Cavalletto Cevedale


Di frequente utilizzo negli interventi di recupero da crepaccio organizzati. 

E' un treppiede costituito da tre tubi telescopici realizzati con una lega di derivazione areonautica. 



(Foto Fase di preparazione del cavalletto)

Uno dei due pali permette una rotazione di 180 gradi mentre sugli altri due pali sono montati due winch di derivazione nautica che rendono unico e funzionale questo tipo di cavalletto rispetto agli altri in commercio.

Nonostante questo, il peso e le dimensioni rendono praticamente necessario il trasporto tramite elicottero (circa 25 kg). Solo uno dei tre pali è dotato di snodo a 180 ° all'estremità superiore dove una placca in alluminio è dotata degli innesti dei pali e dei punti di ancoraggio dove fissare le carrucole. 

La prima operazione dopo l'assemblaggio del cavalletto prima di posizionarlo per il recupero è stabilire l'esatta posizione dell'infortunato e, in funzione anche della conformazione del crepaccio, stabilire una localizzazione del cavalletto che non sia sulla sua verticale; questo per non investirlo con pezzi di ghiaccio durante l'avvicinamento. 
Tensionamento dei due spezzoni di corda sui winch; clicca per ingrandire
Prima fase del posizionamento col cavalletto completamente distesoclicca per ingrandire


Si inseriscono le corde nelle carrucole montate in estremità e si fanno subito passare nei winch (eseguendo sui tamburi circa 4-5- giri) badando che le corde in uscita dagli stessi rimangano vicine al rispettivo palo e ben posizionate per il loro inserimento nell'autobloccante posizionato poco sopra; in caso contrario abbiamo montato le corde in modo errato. Le due teste di calata con il loro moschettone vanno provvisoriamente fissate su uno dei tanti ancoraggi presenti su entrambi i winch. 

Per il posizionamento si utilizzano due spezzoni che serviranno in seguito per assicurare tra loro i tre pali. Questi si tendono fino a piegare il pale snodato oltre i  180° in modo da mantenere disteso il cavalletto;  si manda poi il palo snodato sull'atro lato del

 crepaccio (vedi foto). 

Cavalletto posizionato; assicurazione delle estremità dei pali


  La lunghezza dei pali deve essere tale da non mantenere troppo aperto il cavalletto in fase di esercizio e la piastra di alluminio in estremità deve rimanere il più possibile orizzontale. Le estremità dei pali devono essere ben fissate in un incavo scavato nel ghiaccio ed assicurate con un chiodo a vite. Si tensioneranno poi gli spezzoni utilizzati per il posizionamento in modo da rendere stabile e sicuro il cavalletto bloccando tra loro i singoli pali. 
Le due corde di calata agiscono in modo indipendente l'una dall'altra; questo permette al soccorritore di scendere su una corda e recuperare con l'altra l'infortunato. Sarà inoltre preparata una sosta di servizio che servirà ad assicurare l'infortunato non appena, in fase di recupero, raggiunge la testata del cavalletto. Questa può anche servire per calare altre persone per aiutare nelle operazioni di immobilizzazione dell'infortunato (quasi sempre ci si limita all'utilizzo del KED abbinato ovviamente ad un collare cervicale). 


Fase di calata; in questa immagine la corda di calata è stata fatta passare in una carrucola sull'imbrago del soccorritore e fissata sulla testata del cavalletto; questo per ridurre lo sforzo (e la velocità) in fase di recupero (clicca per ingrandire)


La calata avviene facendo scorrere la corda sul tamburo del winch grazie alla sua superficie scabra e naturalmente l'autobloccante a maniglia rimane aperto. Le leve (manovelle del winch) vanno in questa fase tolte per facilitare le operazioni e la corda in uscita dal winch va solitamente fatta passare tra le gambe di che è addetto alla calata in modo da tenerla sempre sotto controllo.






(Foto: in questa immagine un soccorritore - Federico - si è calato nel crepaccio a simulare il ferito)

Nella fase di recupero si chiudono gli autobloccanti e si fa passare la corda nello strozza-scocca del winch; questi impediscono alla corda qualsiasi scorrimento sul tamburo del winch. Altri due operatori si preoccuperanno di recuperare la corda dietro a colui che lavora sul winch. Questi si occuperanno anche di facilitare le operazione di uscita dell'infortunato una volta in superficie. In questa fase il primo ad uscire è proprio l'infortunato; il soccorritore appeso al cavalletto dovrà in questa fase preoccuparsi di controbilanciare il peso in direzione opposta a quella di uscita al fine di evitare il ribaltamento del cavalletto.




(Foto: Esempio di cavalletto posizionato su crepaccio con operatori all'opera e con l'ausilio del compressore Bormio)




(Foto: Il compressore Bormio in dotazione alla stazione)




(Foto: un operatore in azione con il compressore)


Fonti: monpage