Ne abbiamo parlato diverse volte... E' una lunga via classica su una delle pareti più belle del trentino!
Gruppo: Valle del Sarca - Cima: Monte Brento
Via: “Via del Boomerang” (o “Via della Nuova Generazione”) - Versante: Parete Est
Aperta da: M. Furlani - V. Chini – M. Degasperi – R. Mazzalai (1979)
Relazione utilizzata: Filippi D. “Pareti del Sarca. Arrampicate classiche e moderne in valle del Sarca”. Edizioni Versante Sud, 2007
Commento: A. Zavatti (2008) La grande placconata su cui aggetta “il Boomerang” quasi sfigura di fianco ai grandi strapiombi gialli ed ocra che si trovano alla sua destra, nel settore centrale della parete Est del Monte Brento, ma arrivandoci sotto, mentre si ammira questa colata di calcare su cui corrono itinerari che raggiungono e superano i mille metri di sviluppo, coloro che intendono risalirla devono recuperare un buon grado di concentrazione per affrontare la lunga arrampicata.
Facendo un passo indietro, è da confermare, come l’approccio alla parete con partenza da S. Giovanni in Monte, abbia rimodellato in modo estremamente funzionale la sequenza “andata-ritorno” delle vie su questo settore del Brento. Resta comunque il fatto che “la discesa” verso l’attacco seppure attrezzata con una corda fissa in certi punti, non è propriamente una passeggiata.
Bisogna procedere con cautela su sentiero ripido che percorre un pendio in parte friabile che si alterna ad alcuni, seppur brevi tratti, dove bisogna arrampicare in discesa.
Ma veniamo alla nostra via al cui attacco si è sovrastati dal grande tetto che per la sua conformazione è stato soprannominato “Il boomerang”: nome che comunemente si utilizza per indicare la via aperta da M. Furlani e compagni e da questi in vero chiamata “Via della Nuova Generazione”. L’arrampicata è prevalentemente di aderenza e di equilibrio, dove non serve forza fisica, ma viene altresì richiesta una buona preparazione di fondo vista la lunghezza. La via si sviluppa su placche molto compatte e per lo più attrezzate con parsimonia. Come se non bastasse, per ripetuti tratti (per fortuna semplici) non si riesce a posizionare alcuna protezione. Vorrei ricordare che la distribuzione delle difficoltà lungo questa via è abbastanza omogenea: passi di V+ sono presenti fino in prossimità dell’uscita.
Questa salita non è dunque da prendere sottogamba. Un eventuale incidente rappresenta un grande problema di auto-soccorso, perché la via oltreché lunga, a causa dei numerosi tratti in traverso risulta difficile da ripercorrere in discesa. Per percorrerla occorre avere una buona esperienza alpinistica, utile particolarmente nella parte alta dove, perso il riferimento costituito dal “Boomerang”, il tracciato della via diventa meno evidente e gli errori di percorso non infrequenti: comprovati per altro dalla presenza di “chiodi errabondi per soste di riorientamento”. Concludendo: questa via è una grande cavalcata in un ambiente favoloso che merita sicuramente di essere ripetuta anche una seconda volta. (A. Zavatti . M. Manfrini, 20.04.2008) (Nella stessa giornata l’ascensione è stata portata a termine anche da: M. Scuccimarra – L. Bernardi – M. Mascellani)
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